Oggi arrivano notizie interessanti dalla regione del Mar Nero.
Dopo numerose provocazioni russe, la Romania è stata costretta a prendere misure drastiche per contrastare le incursioni russe nel proprio spazio aereo.

Coordinandosi con gli alleati della NATO e sfruttando le capacità ucraine di attacco navale, i Paesi intorno al Mar Nero stanno ora lavorando per neutralizzare le minacce russe.

Dopo ripetute incursioni di droni russi nel proprio spazio aereo, la Romania ha detto basta. Con un’azione decisa, il presidente ad interim del Paese, Ilie Bolojan, ha firmato una legge che autorizza le forze armate rumene ad abbattere i droni non autorizzati che violano lo spazio aereo nazionale. Questa normativa storica, inizialmente redatta in ottobre a seguito di una serie di droni russi precipitati in territorio rumeno, rappresenta l’impegno fermo della Romania nel contrastare le provocazioni russe che hanno minacciato sempre più spesso le aree civili vicino al confine.

La Romania, che condivide un confine di 600 chilometri con l’Ucraina, ha visto più volte droni russi entrare e persino schiantarsi all’interno del proprio territorio durante attacchi alle infrastrutture ucraine nella regione di Odessa. Sebbene non ci siano prove che questi siano stati attacchi intenzionali contro la Romania, il pericolo e la disponibilità della Russia a rischiare vittime rumene restano reali.

La nuova legge stabilisce condizioni chiare per l’abbattimento degli aeromobili senza pilota: qualsiasi drone che entri nello spazio aereo rumeno senza autorizzazione sarà ora distrutto dopo l’identificazione. L’ultima volta, a marzo, un altro drone russo si è schiantato in Romania, vicino all’insediamento ucraino di Reni, dimostrando che le operazioni russe si stanno pericolosamente avvicinando al territorio NATO.

Queste incursioni sono ampiamente interpretate come tentativi di mettere alla prova la determinazione della NATO e sfumare gradualmente le linee rosse che delimitano i confini dell’alleanza.

La posizione decisa della Romania ha ottenuto un forte sostegno internazionale. Gli Stati Uniti hanno ripreso i voli di sorveglianza ad alta quota sul Mar Nero, con il potente drone da ricognizione RQ-4B Global Hawk tornato in attività. Questi voli strategici di raccolta informazioni, lanciati dalla base aerea NATO di Sigonella, in Sicilia, possono durare oltre 30 ore e coprire vasti tratti di terra e mare. I droni sono dotati di sensori avanzati in grado di rilevare con precisione bersagli terrestri e navali, fornendo aggiornamenti in tempo reale sia alla Romania che all’Ucraina.

La ripresa di questi voli segnala un cambiamento più ampio da parte degli Stati Uniti dopo una lunga pausa seguita al ritorno alla presidenza di Donald Trump. Sebbene assetti britannici e francesi avessero colmato la lacuna di sorveglianza, ora le risorse americane stanno nuovamente affermando visibilmente la loro presenza sul fianco sud-orientale della NATO.

Questo rinnovato supporto non è solo simbolico. Contribuisce direttamente a risultati tangibili sul campo di battaglia. Di recente, il Servizio di Sicurezza ucraino ha lanciato un attacco riuscito con droni navali contro un’installazione radar russa su una piattaforma petrolifera abbandonata nel Mar Nero.

Probabilmente aiutato da dati di ricognizione statunitensi, l’attacco ha neutralizzato le capacità di allerta precoce russe usate per monitorare sia le attività aeree ucraine che alleate, inclusi i droni americani. Queste installazioni aiutavano inoltre la Russia a rilevare e intercettare droni e missili ucraini diretti in Crimea. La distruzione di questa piattaforma radar non solo potenzia la capacità offensiva dell’Ucraina, ma rimuove anche uno strumento che la Russia poteva utilizzare per tracciare o provocare velivoli NATO, qualcosa che Mosca ha già tentato in passato con intercettazioni pericolose.


La posizione della Romania è particolarmente delicata, e le misure adottate riflettono un modello più ampio. Non solo confina con l’Ucraina e condivide il Mar Nero con la Russia, ma ospita anche infrastrutture vitali della NATO. I suoi porti e aeroporti vengono sempre più utilizzati per la logistica e la sorveglianza dell’alleanza. Le provocazioni russe in questa area rischiano sia il confronto diretto che un’escalation accidentale. Prendendo un controllo fermo del proprio spazio aereo e accogliendo una sorveglianza alleata rafforzata, la Romania sta diventando un pilastro centrale della sicurezza del Mar Nero.

Poiché la Russia continua a provocare il fianco orientale della NATO attraverso violazioni dello spazio aereo, guerra elettronica, sabotaggi e destabilizzazione ibrida delle frontiere, sempre più Stati membri stanno adottando misure serie. La Romania si unisce a un numero crescente di Paesi che stanno prendendo decisioni difensive significative in risposta alle minacce russe. La legge per abbattere i droni non solo rafforza la sovranità rumena, ma potrebbe anche ispirare legislazioni simili in altri Paesi NATO che confinano con la Russia o la Bielorussia.

Nel complesso, le continue provocazioni russe hanno innescato un effetto domino in tutta l’Europa orientale. La Romania, da tempo in posizione difensiva, ora rafforza attivamente la propria postura. Con le operazioni di sorveglianza della NATO tornate a pieno regime e l’Ucraina che intensifica le sue capacità navali, la Romania non sta solo proteggendo sé stessa, ma sta contribuendo a un quadro di sicurezza regionale volto a dissuadere l’aggressione russa. Le azioni della Romania segnano una nuova fase di fermezza e preparazione sul fianco sud-orientale dell’alleanza, per difendere con maggiore determinazione gli interessi della NATO.

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