Dal Mar Caspio al Mediterraneo, le navi russe vengono distrutte in quattro mari
Oggi il quadro strategico intorno allo sforzo bellico dell’Ucraina sta cambiando in un modo che va ben oltre le linee del fronte. Dopo anni di dipendenza dai partner per far rispettare la pressione economica, Kyiv tratta sempre più le reti energetiche e logistiche russe come un’estensione diretta del campo di battaglia. La capacità di Mosca di sostenere la guerra si è a lungo basata sull’assunto che distanza, complessità giurisdizionale e norme globali di navigazione avrebbero protetto i proventi petroliferi da interferenze dirette. Questa assunzione si sta ora erodendo, mentre l’Ucraina dimostra sia la portata sia la volontà di agire ben al di fuori delle proprie acque immediate. Ciò che emerge non è una serie di attacchi isolati, ma uno sforzo coordinato per fondere sanzioni legali e applicazione fisica in più domini marittimi. Questo apre una nuova fase del conflitto, in cui l’economia di guerra russa è sottoposta a pressioni non solo finanziarie, ma anche a un rischio cinetico persistente ovunque operi.

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