Oggi ci sono aggiornamenti interessanti dalla Crimea.
Qui, l’Ucraina ha riacceso una delle sue campagne d’arma più iconiche, scatenando un’ondata di attacchi con droni Bayraktar dopo aver smantellato sistematicamente le difese aeree russe. Con i cieli sgomberati e il campo di battaglia esposto, il ritorno di questi droni è già costato alla Russia centinaia di soldati e unità navali.

Il drone Bayraktar, un tempo simbolo della resilienza ucraina nei primi mesi della guerra, sta vivendo una rinascita, poiché la Marina ucraina e l’Intelligence della Difesa hanno diffuso numerosi filmati di combattimento relativi alla più recente campagna di attacchi condotti contro obiettivi navali russi nella regione di Kherson. Un filmato mostra la distruzione di un motoscafo russo ad alta velocità vicino a Zaliznyi Port, che si preparava a trasportare truppe verso la lingua di sabbia di Tendrivska, un punto di appoggio chiave per le stazioni di rilancio dei droni e le missioni di osservazione attraverso il Mar Nero settentrionale. Nell’attacco sono stati uccisi sette soldati russi e quattro feriti, e le analisi suggeriscono che lo strike sia stato effettuato con la munizione guidata MAM-L della Roketsan.

Un secondo video mostrava un’altra imbarcazione russa vicino a Zaliznyi Port distrutta dopo essere stata designata con un puntatore laser. Curiosamente, fonti ucraine hanno descritto questo attacco come eseguito con un “missile”, alimentando le speculazioni sul possibile impiego del Cirit, un missile di precisione da 70 millimetri anch’esso compatibile con il Bayraktar.


Come forse ricorderete, precedenti attacchi con droni Bayraktar avevano anche aperto la strada alle incursioni delle forze speciali ucraine sulle lingue di sabbia controllate dai russi lungo la costa di Kherson. Questi rinnovati attacchi dimostrano non solo il ritorno del letale drone, ma anche lo smantellamento sistematico delle difese aeree russe che un tempo lo avevano costretto a un quasi totale inutilizzo.


Questa rinascita è inseparabile dalla recente campagna ucraina volta a smantellare le reti di difesa aerea russe in Crimea, poiché attacchi confermati da filmati rilasciati hanno eliminato un radar 91N6E di un sistema S-400, un radar Kasta 2E2 vicino a Yevpatoria e un sistema Podlyot vicino a Novofedorivka. Le forze ucraine hanno inoltre colpito i radar Nebo SVU, Podlyot K1 e 96L6E collegati a batterie S-400, oltre a una nave da sbarco russa BK-16. Ulteriori operazioni hanno distrutto un radar Utes-T e un radar 96L6 AP di un’altra batteria S-400. Infine, un’incursione sulla base aerea di Saky ha distrutto un radar S-300. Ognuno di questi attacchi di precisione, spesso eseguiti con droni, ha privato la Russia della capacità di monitorare e intercettare velivoli ostili. Senza questi radar, i costosi lanciatori di difesa aerea diventano ciechi, e settimana dopo settimana lo scudo protettivo sulla Crimea si indebolisce sempre di più.

Questa metodica soppressione delle difese aeree sta aprendo la strada a una rinnovata campagna con i Bayraktar e a un ritorno in grande stile. Nella fase iniziale della guerra, il drone era stato un protagonista assoluto, abbattendo mezzi corazzati e artiglieria russa prima che le difese si adattassero. Ma una volta che la Russia aveva rafforzato l’ombrello difensivo, l’ampia traccia radar del drone lo aveva reso un bersaglio facile, portando a un drastico calo del suo utilizzo.

Le condizioni ora sono cambiate, poiché l’Ucraina ha conquistato un vantaggio degradando la copertura radar russa, mentre avvia anche la produzione nazionale di Bayraktar in cooperazione con la Turchia.

Questa combinazione assicura a Kyiv sia gli strumenti sia la libertà di impiegarli su larga scala ancora una volta. L’Ucraina si sta inoltre avvicinando all’indipendenza completa nell’armare i propri droni Bayraktar. In una recente esposizione, alla quale hanno partecipato il presidente Volodymyr Zelensky e il primo ministro canadese Mark Carney, gli ingegneri ucraini hanno presentato una nuova bomba aerea guidata, simile alla MAM-L turca ma con caratteristiche proprie e prodotta tramite stampa 3D.


La piccola munizione intelligente è dotata di un motore a razzo e di un sistema di guida laser, ed è già stata testata in combattimento. Grazie alla manifattura additiva, l’Ucraina può aggirare i colli di bottiglia delle catene di fornitura estere e garantire un flusso costante di armi adattate ai propri droni.


Questa innovazione, unita al comprovato successo del Bayraktar, potrebbe permettere all’Ucraina di sostenere una campagna costante contro le forze russe, colpendo imbarcazioni, veicoli e posizioni fortificate con precisione.

Nel complesso, la riemersione dei droni Bayraktar è il risultato diretto di mesi di attacchi sistematici che hanno smantellato la rete di difesa aerea russa in Crimea. Con i radar neutralizzati e i lanciatori degradati, i cieli sono di nuovo aperti per la caccia del Bayraktar.

Ora, equipaggiati con munizioni di precisione sia turche che ucraine, i droni possono operare con rinnovata efficacia, e gli attacchi recenti rappresentano probabilmente solo l’inizio. Questa rinascita sosterrà la strategia più ampia dell’Ucraina nel Mar Nero, permettendo l’uso di droni navali, incursioni delle forze speciali e persino potenziali attacchi più in profondità in Crimea.

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