Finalmente! La Russia è tagliata fuori dal mare! Le esportazioni di petrolio crollano da un giorno all’altro!

Dec 5, 2025
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Oggi, le notizie più importanti arrivano dal Mar Nero.

Qui, i droni navali ucraini hanno costretto i tankers della flotta ombra russa a disperdersi, fermarsi o deviare, lasciando i principali porti russi senza un solo tanker per esportare il loro petrolio. Per la prima volta, la scappatoia marittima della Russia attorno alle sanzioni viene colpita più rapidamente di quanto possa recuperare, e la finestra per le operazioni della flotta ombra si sta restringendo a una velocità senza precedenti.

I recenti attacchi con droni navali ai tankers Kairos e Virat hanno dato il tono, poiché entrambe le navi erano vuote e dirette verso il grande porto di Novorossiysk per il rifornimento quando i droni Sea Baby hanno colpito le sale macchine, costringendo all’evacuazione e lasciando le navi in fiamme.

I dati di tracciamento successivi hanno mostrato i tankers in attesa al largo di Novorossiysk, mantenendo la posizione invece di entrare in porto, e gli economisti russi hanno avvertito che il vero pericolo ora proviene dagli assicuratori. Se gli assicuratori rifiuteranno la copertura e i proprietari delle navi rifiuteranno di noleggiare le proprie imbarcazioni in una zona di guerra, la Russia potrebbe perdere l’accesso a una larga parte dei cinquecento tankers che utilizza per trasportare petrolio sanzionato. Circa metà della flotta ombra consiste in navi di proprietà straniera che la Russia noleggia, il che significa che queste navi potrebbero scomparire dalla catena logistica se i proprietari si ritirassero, una prospettiva che gli economisti russi descrivono ora come l’esito più grave della campagna marittima ucraina.

Ora il modello sembra estendersi oltre il Mar Nero, poiché al largo della costa del Senegal il tanker Mersin sta affondando dopo un’esplosione interna. La nave visitava frequentemente Novorossiysk e Taman, rendendola un obiettivo per il tracciamento ucraino della logistica marittima russa. L’incidente del Mersin si unisce agli attacchi precedenti al tanker Sig vicino alla Crimea, a diversi colpi su navi in movimento verso l’Asia e a numerosi casi critici lungo il Corridoio del Bosforo. Ogni caso è diverso, ma insieme indicano una strategia che segue le rotte petrolifere russe invece di rimanere confinata al teatro regionale. Questa possibilità è ora apertamente discussa nei canali russi, che avvertono che qualsiasi nave legata alle esportazioni sanzionate può essere a rischio indipendentemente da dove navighi.

Nel frattempo, l’Europa si sta muovendo per chiudere il Mar Baltico al traffico della flotta ombra. Dopo che Mosca ha respinto elementi chiave dell’ultima proposta degli Stati Uniti, Washington ha segnalato sanzioni più severe che amplierebbero la responsabilità per le aziende che facilitano le spedizioni di petrolio russo. Anche Bruxelles sta agendo, poiché l’UE sta preparando basi legali per intercettare tutti i tankers apolidi o senza bandiera secondo l’Articolo 110 della Convenzione ONU, passando dall’approccio precedente che limitava l’intercettazione solo a chiari casi di violazione dell’embargo. Almeno sedici navi rientrano immediatamente nei nuovi criteri, e ulteriori tankers potrebbero essere inseriti nella lista nera nel prossimo pacchetto di sanzioni. Ciò cambia l’ambiente operativo nel Baltico, poiché le guardie costiere europee acquisirebbero l’autorità di fermare, ispezionare e detenere tutti i tankers legati alla Russia in acque internazionali, replicando la pressione creata dall’Ucraina nel Mar Nero.

I governi europei si concentrano anche su una minaccia alla sicurezza che va oltre il petrolio, poiché in prima linea i droni FPV viaggiano regolarmente per quaranta chilometri, e l’Iran ha dimostrato che droni tipo Shahed possono essere lanciati da container montati su navi civili. Le valutazioni di intelligence avvertono che la Russia potrebbe tentare una piattaforma di lancio simile in mare, usando la flotta ombra come minaccia occulta contro porti europei, impianti energetici o infrastrutture aeroportuali.

Le navi della flotta ombra operano già con minima supervisione, spesso con proprietà opache e identificazione incoerente. Ciò lascia spazio ad attività marittime in caso di crisi, e gli stati europei si stanno muovendo per chiuderlo precocemente. L’irrigidimento delle regole del Baltico è quindi motivato sia dall’applicazione delle sanzioni sia dal desiderio di bloccare una possibile minaccia di droni marittimi, con i recenti attacchi ucraini che aggiungono urgenza.

Nel complesso, la pressione sulla flotta ombra russa segna un punto di svolta nella fase marittima della guerra. L’Ucraina ha trasformato il Mar Nero in una zona ad alto rischio per il trasporto del petrolio russo, lasciando i tankers bloccati al largo e gli assicuratori riluttanti ad assorbire il pericolo. Gli incidenti vicino al Senegal suggeriscono che la minaccia ora segue le rotte petrolifere globali russe invece di rimanere regionale, mentre l’Europa costruisce il quadro legale e di sicurezza per limitare il movimento della flotta ombra nel Baltico. La Russia ha costruito questa rete per eludere le sanzioni e mantenere i flussi di entrate petrolifere, ma con navi in fiamme, assicuratori in ritirata e controlli inaspriti da più fronti contemporaneamente, il sistema che un tempo proteggeva le esportazioni di Mosca inizia a crollare sotto la pressione sostenuta.

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