Oggi arrivano notizie interessanti dall'Ucraina.
Qui, le forze armate russe sono rimaste senza carri armati dopo mesi di assalti frontali sconsiderati contro le posizioni fortificate ucraine. La difesa multilivello dell'Ucraina ha distrutto migliaia di mezzi corazzati russi, esaurendo persino le scorte sovietiche che molti ritenevano inesauribili.

L'8 luglio, lo Stato Maggiore ucraino ha riportato una statistica di campo straordinaria: zero carri armati russi distrutti. Più che indicare un cambiamento tattico riuscito, questa cifra senza precedenti sottolinea la critica carenza di carri armati operativi da parte della Russia. Le unità russe semplicemente non possiedono più abbastanza carri da rischiare in frequenti assalti frontali. Gli attacchi meccanizzati, un tempo tratto distintivo delle offensive russe, sono quasi scomparsi, sostituiti da azioni di fanteria in piccoli gruppi e da tattiche sempre più improvvisate.


Mesi di assalti suicidi e incessanti hanno decimato le capacità corazzate della Russia. Soprattutto a Donetsk e Toretsk, centinaia di carri armati russi sono stati facili prede dei droni FPV ucraini, dei missili anticarro, dell’artiglieria e dei vasti campi minati. Questa devastante usura ha superato di gran lunga la capacità della Russia di rimpiazzare le perdite subite sul campo.

Uralvagonzavod, il principale produttore russo di carri armati, può attualmente fabbricare non più di 20-25 nuovi T-90M al mese. Anche se la Russia ha leggermente aumentato la produzione rispetto ai circa 17 carri al mese del 2023, raggiungendo circa 25 al mese nel 2025, questa produzione limitata resta insignificante rispetto alle perdite in combattimento.


Inoltre, la Russia si è sempre affidata in larga misura alla rimessa in servizio di modelli di epoca sovietica prelevati dai depositi, come i T-72, T-80 e perfino i più vecchi T-62 e T-55. Tuttavia, le capacità di rimessa in efficienza sono calate drasticamente man mano che le scorte di carri utilizzabili si esaurivano. Se nel 2023 si riuscivano a restaurare circa 80-100 carri al mese, questa cifra è scesa a circa 30-35 al mese nei primi mesi del 2025.


Di conseguenza, le unità russe in prima linea schierano raramente carri armati, a meno che non si tratti di operazioni isolate e di alta priorità.

In questa nuova realtà, la Russia ha virato verso assalti basati quasi esclusivamente sulla fanteria, impiegando spesso motociclette, quad e veicoli blindati improvvisati, talvolta ironicamente soprannominati “fienili blindati”, per supportare gli attacchi della fanteria.

Un esempio recente nei pressi di Toretsk illustra chiaramente la futilità di queste tattiche disperate: due di questi veicoli hanno accompagnato un gruppo di fanteria durante un assalto, ma sono stati rapidamente neutralizzati dall’artiglieria ucraina e dai droni FPV, con la completa distruzione delle forze d’assalto. La costante presenza di droni ucraini e il fuoco preciso dell’artiglieria hanno reso la guerra meccanizzata convenzionale praticamente suicida, costringendo la Russia a fare affidamento su pericolose operazioni incentrate sulla fanteria.


I pochi carri armati russi rimasti sono ora trattati come beni preziosi, raramente rischiati e riconvertiti in bunker mobili pesantemente blindati. Questi carri sono equipaggiati con protezioni improvvisate come strati multipli di gabbie metalliche, catene, corazze a grata, reti, vomeri antimina e perfino strati di rottami metallici o travi di legno. Sebbene queste modifiche migliorino marginalmente la sopravvivenza contro i droni e i missili guidati, riducono drasticamente la mobilità, la visibilità e le capacità offensive. I nuovi “carri mega-tartaruga”, come sono stati sarcasticamente ribattezzati, si muovono lentamente, sono praticamente ciechi e restano estremamente vulnerabili alle mine, anche se più difficili da distruggere solo con i droni.


Questi disperati miglioramenti offrono vantaggi strategici minimi. Anche se i carri mega-tartaruga riescono a sopravvivere leggermente più a lungo sotto attacco dei droni, il loro numero limitato e la scarsa efficacia in combattimento li rendono irrilevanti per ottenere successi operativi, specialmente perché facilmente immobilizzabili dalle mine. I filmati di carri mega-tartaruga distrutti o abbandonati dimostrano chiaramente che, nonostante le modifiche assurde, non riescono a cambiare significativamente le dinamiche del campo di battaglia.

Nel complesso, la carenza di carri armati in Russia, aggravata da perdite enormi e da una produzione in calo, ha cambiato radicalmente la sua strategia sul campo. Il passaggio dagli assalti meccanizzati alle operazioni basate sulla fanteria e l’uso di veicoli blindati improvvisati evidenziano il livello di disperazione della Russia. Nonostante i tentativi di improvvisare aggiornamenti sui carri armati, la mancanza di mezzi operativi e il calo delle risorse hanno paralizzato le capacità offensive russe, rendendo sempre più inefficace la guerra convenzionale contro la potenza di fuoco precisa e la difesa organizzata dell’Ucraina.

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