Oggi, la notizia più importante arriva dall’Estonia.
Qui, la Russia ha appena accusato l’Estonia di rappresentare una minaccia nucleare per la Federazione, dopo che l’Estonia ha dichiarato la propria disponibilità ad ospitare sul proprio territorio aerei stealth della NATO. Con Trump che finalmente ammette che la Russia ha ambizioni ben oltre la guerra in Ucraina, il ministero della Difesa estone si prepara a ciò che verrà, mentre sembra inevitabile un confronto militare con la Russia.

Alla recente riunione della NATO all’Aia, dopo aver parlato con Zelensky, il presidente Donald Trump ha apertamente ammesso che le ambizioni territoriali di Vladimir Putin si estendono ben oltre l’Ucraina. Questi piani mettono in luce l’intento di Mosca di destabilizzare i paesi vicini, ma gli Stati baltici – Estonia, Lettonia e Lituania – emergono come obiettivo principale per la loro vicinanza alla Russia e per la loro vulnerabile posizione geografica, che potrebbe consentire attacchi a scala ridotta e frammentaria.

Il confine di 183 miglia dell’Estonia con la Russia, in particolare nei pressi della città di Narva, è facilmente raggiungibile dall’artiglieria russa.

L’Articolo 5 della NATO, che vincola i membri a difendersi reciprocamente in caso di attacco, affronta una prova critica con l’aumento delle minacce russe. Tuttavia, la Russia intende evitare a tutti i costi di innescare tale evento, cercando di provocare un’escalation e allo stesso tempo di presentare la propria aggressione come una risposta all’espansione occidentale ai suoi confini.

Ora, il ministro della Difesa estone, Hanno Pevkur, ha confermato la disponibilità dell’Estonia a ospitare i caccia multiruolo stealth F-35 della NATO durante la prossima rotazione della missione Baltic Air Policing, destinata a difendere e pattugliare lo spazio aereo NATO e a proiettare deterrenza contro l’aggressione russa. Con la Russia che ha già dimostrato la volontà di usare i propri caccia per scortare la sua flotta ombra ed entrare in conflitto con gli sforzi della NATO di pattugliare il Baltico, l’Estonia cerca di aumentare il proprio ruolo nella sicurezza nazionale.


Tuttavia, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito questa situazione una «minaccia immediata», presentando l’F-35 come un aereo con capacità nucleari e accusando l’Estonia di un’escalation irresponsabile. Questa narrazione viene amplificata dai media russi, che dipingono la NATO come aggressore, nonostante abbia già forze nucleari schierate a distanza di rapidissimo attacco lungo il confine NATO, a soli 15-20 minuti.


È importante sottolineare che in Estonia non sono stoccate testate nucleari, a differenza di siti NATO in Germania o in Turchia, e che l’F-35 è progettato principalmente per il dominio aereo e operazioni multiruolo, non per attacchi nucleari.

Questo rende chiaro che la reazione di Mosca alla disponibilità estone di ospitare caccia multiruolo è soltanto una mossa calcolata per aumentare ulteriormente le tensioni e raccogliere sostegno interno alla propria linea conflittuale; in sostanza, giustificando un attacco preventivo all’Estonia, o provocando la NATO in una situazione in cui l’Articolo 5 non si applichi.


Le recenti minacce della Russia prendono di mira specificamente l’Estonia, ma tutta la fascia orientale sente la pressione. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che i rapporti con i paesi baltici sono «virtualmente inesistenti», una dichiarazione che sottolinea l’atteggiamento aggressivo di Mosca. Per questo motivo Estonia, Lettonia e Lituania, insieme a Polonia e Finlandia, stanno rafforzando il loro confine collettivo di 3.450 chilometri con Russia e Bielorussia. Questa nuova Cortina di Ferro, integrata da mine antipersona dopo che questi paesi hanno abbandonato il trattato di Ottawa che le vieta, mira a scoraggiare la Russia rendendo ogni confronto a terra abbastanza lungo da permettere l’arrivo delle maggiori forze NATO per intervenire.

L’Estonia stessa ha investito 5,2 milioni nella Baltic Defense Line, costruendo 32 bunker, barriere anticarro e 12 depositi di munizioni solo vicino a Narva, situata proprio al confine con la Russia. Le fitte foreste e il Lago Peipus offrono ulteriori difese naturali lungo il resto del confine russo-estone. Gli esercizi Storm 25 dell’Estonia, condotti nel giugno 2025 con 6.000 soldati estoni e oltre 10.000 alleati NATO, hanno simulato la respinta di un’avanzata russa in ambienti urbani e boschivi, evidenziando l’ampiezza dei preparativi estoni contro un attacco russo. Mentre il piano della Lituania di destinare il 5,5% del proprio PIL alla difesa supera persino la nuova norma NATO, riflette ulteriormente l’urgenza della situazione.

Nel complesso, le minacce russe all’Estonia rivelano una strategia volta a intimidire la fascia orientale della NATO, provocando un’escalation e preparando il terreno per un attacco preventivo. Le misure difensive estoni, l’ospitalità degli F-35, la costruzione di bunker e l’adesione dei vicini baltici al minamento dei confini sono risposte pragmatiche a una minaccia credibile. Tuttavia, la capacità di Mosca di inquadrare queste azioni come rischi di escalation, anziché come misure difensive in risposta ai crescenti livelli di provocazione russa, crea inquietudine nella fascia orientale della NATO.

Le frontiere fortificate del Baltico segnalano determinazione, e la posta in gioco è chiara: la difesa dell’Estonia è a rischio, e Mosca osserva.

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