CROLLO TOTALE In Diretta TV! La Guerra Di Putin Si Trasforma In Un Disastro!

Oct 16, 2025
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Oggi arrivano notizie interessanti dall’Ucraina.

Qui, persino i rappresentanti dei media russi più nazionalisti hanno finalmente ammesso che l’Ucraina non mostra alcun segno di collasso, ma anzi sta diventando più forte che mai, senza alcuna sconfitta all’orizzonte. La base industriale militare ucraina, in continua evoluzione, ha portato a un enorme aumento della produzione nazionale di armi, combinata con contratti di coproduzione con partner occidentali.

Vladimir Solovyov, da tempo noto per i suoi monologhi notturni sul presunto crollo dell’Ucraina, ha recentemente sorpreso il suo pubblico con una rara confessione: l’Ucraina non sta collassando, si sta rafforzando. Solovyov è apparso scosso nel riconoscere che non si intravede alcun esaurimento ucraino. Sono sparite le vanterie sulla caduta imminente di Kyiv. Ha invece ammesso che l’esercito russo aveva profondamente sottovalutato la situazione, pensando che la NATO inviasse solo prodotti finiti. Questo si è rivelato falso: l’Ucraina dispone di una propria produzione, e volontari e specialisti stranieri si uniscono ogni giorno alle file ucraine.

Quel momento di onestà riluttante è arrivato dopo mesi di prove che dimostrano come il complesso militare-industriale ucraino non solo sopravvive, ma prospera, nonostante le campagne di bombardamenti russi quotidiani. Da gennaio a luglio 2025, il Ministero della Difesa ucraino ha aumentato gli acquisti nazionali di 3,6 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di conseguenza, le armi e le attrezzature di produzione ucraina rappresentano ora il 71,4 percento di tutti gli acquisti per la difesa. La tendenza è inequivocabile: nel 2022, appena il 10 percento delle armi ucraine era prodotto localmente; nel 2023, la cifra ha superato il 35 percento; a metà del 2025, almeno il 40 percento era costruito in patria. Il presidente Volodymyr Zelensky ha promesso che entro la fine dell’anno il 50 percento di tutte le armi al fronte sarà di fabbricazione ucraina, un obiettivo che, data la produzione attuale, sarà probabilmente superato prima della scadenza. Zelensky ha confermato che l’industria della difesa ucraina si è moltiplicata più volte dal 2022, prevedendo per l’anno prossimo una produzione nazionale di droni e missili del valore di 35 miliardi di dollari.

Ha sottolineato la leadership dell’Ucraina in Europa nei sistemi senza pilota, con droni d’attacco che dominano il campo di battaglia, mentre i droni navali hanno trasformato il controllo del Mar Nero, rendendo pericolose per i russi acque un tempo sicure. Il presidente ha anche evidenziato l’espansione continua delle capacità missilistiche ucraine, citandone i successi e rivelando i piani per l’avvio dell’uso regolare di missili balistici ucraini, segnando un nuovo capitolo nella difesa a lungo raggio del Paese.

Nel frattempo, la dimensione internazionale dell’industria della difesa ucraina sta trasformando il Paese in una potenza armamentistica decentralizzata e quasi invulnerabile. Per proteggere la produzione dagli attacchi russi, l’Ucraina ha distribuito la propria infrastruttura industriale in tutta Europa. Le partnership con Polonia, Danimarca e Germania, tra gli altri, garantiscono una produzione ininterrotta attraverso joint venture.

La Danimarca, per esempio, ha lanciato l’iniziativa Build for Ukraine, destinando 50 milioni di dollari alle aziende ucraine della difesa per operare sul suolo danese. Una di queste società si sta già preparando a produrre lì combustibile solido per razzi, rafforzando le capacità difensive di entrambe le nazioni. L’accordo porta vantaggi anche alla Danimarca, dandole accesso ad alcune delle tecnologie più avanzate e all’esperienza maturata sul campo in Ucraina.

In tutti i settori, i numeri raccontano una storia di resilienza: circa il 95 percento dei droni ucraini è ora prodotto nel Paese, mentre il restante 5 percento è fabbricato in Danimarca e Germania. La produzione di missili è per circa l’80 percento domestica, mentre i progetti congiunti in Polonia e Danimarca coprono il resto, inclusi i sistemi di nuova generazione a lungo raggio. La produzione di proiettili d’artiglieria è salita al 70–75 percento di produzione nazionale — oltre 2,5 milioni di colpi nel solo 2024 — con capacità aggiuntiva costruita all’estero grazie a partnership con la Polonia e altri alleati europei della NATO. Queste reti interconnesse assicurano che, anche se la Russia colpisce una fabbrica, altre possano immediatamente riprendere la produzione.

Nel complesso, l’Ucraina, un tempo completamente dipendente dagli aiuti stranieri, sta ora diventando uno dei maggiori produttori di difesa in Europa — e lo sta facendo sotto il fuoco costante. Il contrasto con la Russia non potrebbe essere più netto: mentre l’economia di Mosca dissangua sotto le sanzioni e la produzione di munizioni si riduce, l’Ucraina continua a crescere. Nel 2022, Vladimir Putin dichiarò che uno dei suoi obiettivi principali era la smilitarizzazione dell’Ucraina. Tre anni e mezzo dopo, l’Ucraina non è affatto smilitarizzata, ma più militarizzata che mai, con una produzione autosufficiente, strutture internazionali in espansione e armi di precisione a lunga gittata sempre più numerose. Una realtà che persino i più devoti portavoce del Cremlino non possono più negare.

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