Oggi ci sono importanti aggiornamenti dalla Federazione Russa.
Qui, all’Ucraina è stata finalmente concessa la piena autorizzazione a utilizzare missili occidentali all’interno del territorio russo. Le forze armate ucraine avevano un elenco di obiettivi prioritari e hanno iniziato immediatamente colpendo uno dei motori più importanti della macchina da guerra russa.

Il cielo notturno sopra Bryansk si è illuminato di esplosioni mentre i missili Storm Shadow ucraini attraversavano le difese aeree russe. L’Aeronautica ucraina, in coordinamento con le Forze di Terra e la Marina, ha lanciato un attacco combinato, saturando lo spazio aereo con droni e indebolendo le difese nemiche. Gli Storm Shadow sono riusciti a penetrare di sorpresa, mentre i russi non erano ancora consapevoli della revoca delle restrizioni.

L’obiettivo principale era l’impianto chimico di Bryansk, uno dei pilastri del complesso militare-industriale russo, che produce propellenti, esplosivi e componenti per i missili Kh-59 e altri vettori usati contro le città ucraine. I canali di monitoraggio russi hanno emesso allarmi aerei, avvertendo dell’arrivo dei missili da crociera Storm Shadow, e le autorità locali hanno inizialmente affermato che tutti erano stati abbattuti. Pochi minuti dopo, però, i social media si sono riempiti di video che mostravano palle di fuoco sulla regione e molteplici esplosioni che scuotevano l’area industriale. Si riferisce che il deposito di munizioni dell’impianto sia esploso dopo l’impatto, rendendo irreversibile l’interruzione della produzione sul sito. Il governatore di Bryansk, Aleksandr Bogomaz, ha tentato di controllare la narrativa insistendo sul fatto che le forze di difesa aerea avessero distrutto sei droni, ma le immagini pubblicate raccontavano un’altra storia: colpi di precisione nel cuore della zona industriale, con esplosioni secondarie durate ore.

Fonti ucraine hanno confermato l’uso dei missili Storm Shadow, segnando il primo attacco ufficialmente riconosciuto sul suolo russo dopo il via libera degli Stati Uniti alle operazioni transfrontaliere. Per mesi, questi missili da crociera di fabbricazione britannica e francese erano stati utilizzati con effetti devastanti nei territori occupati dai russi in Ucraina, ma ora stanno colpendo oltre confine.


L’attacco a Bryansk è seguito a una serie di incursioni ucraine in crescita contro obiettivi strategici dell’industria della difesa russa. Solo pochi giorni prima, esplosioni avevano devastato l’impianto Avangard nel Bashkortostan, a più di 1.300 chilometri dall’Ucraina. La massiccia esplosione ha distrutto il più recente capannone di produzione della fabbrica, spingendo i funzionari russi a speculare su un possibile sabotaggio interno. Poco dopo, lo stabilimento Sverdlov di Dzerzhinsk, uno dei maggiori produttori russi di esplosivi e testate per missili anticarro e antiaerei, è stato annientato in un altro attacco con droni a lungo raggio.

Incendi ed esplosioni sono stati segnalati in stabilimenti chimici e di munizioni a Smolensk, Perm e Krasnodar, tutti cruciali per sostenere la produzione di missili e bombe d’aviazione. Uno degli attacchi più significativi è avvenuto a Nizhny Novgorod, dove droni ucraini hanno colpito l’impianto di produzione di strumenti di Arzamas, fornitore di componenti per i missili da crociera russi KH-101 e KH-32, le stesse armi che negli ultimi anni hanno terrorizzato le città ucraine. I media russi hanno cercato di minimizzare i danni, ma i video dei residenti hanno rivelato distruzioni estese e incendi prolungati.

Per l’Ucraina, le implicazioni politiche e strategiche di questi attacchi sono enormi. I missili Storm Shadow hanno ancora una volta dimostrato la loro letalità e precisione, penetrando le difese aeree russe e paralizzando obiettivi militari di alto valore. Questo successo probabilmente accelererà ulteriori forniture, poiché finora tra 200 e 300 Storm Shadow sono stati forniti principalmente dal Regno Unito e dalla Francia. L’utilizzo è stato intenso, e fonti ucraine hanno riconosciuto che all’inizio del 2025 le scorte erano quasi esaurite.

La produzione negli impianti britannici e francesi è ripresa quest’estate dopo una pausa di quindici anni. L’output sta ora aumentando, da un’iniziale produzione di 10-20 missili al mese fino a una prevista di 50 entro il 2026, garantendo un flusso costante per l’arsenale ucraino di attacchi in profondità.


L’efficacia degli Storm Shadow risiede nella loro combinazione di gittata, precisione e potenza. Con una testata di 450 chilogrammi, capace di penetrare e poi esplodere, e un raggio d’azione di 250 chilometri, sono progettati per distruggere obiettivi fortificati come fabbriche, bunker e depositi, bersagli che i droni a lungo raggio non possono eliminare completamente.


Nel complesso, poiché gli attacchi ucraini con Storm Shadow dimostrano il loro valore, crescono in tutta Europa le richieste di ampliare l’accesso dell’Ucraina ad altri sistemi a lungo raggio. Il prossimo potenziale passo avanti potrebbe arrivare dalla Germania, poiché il suo missile Taurus, con una portata di 550 chilometri e una capacità avanzata di penetrazione dei bunker, darebbe all’Ucraina un’ulteriore possibilità di paralizzare l’industria e i centri di comando russi ben dietro la linea del fronte.

Si può già tracciare un parallelo con il momento della “coalizione dei carri armati” del 2023, quando le forniture britanniche di Challenger ruppero lo stallo politico. Questo aprì la strada all’invio dei Leopard e degli Abrams, mentre le minacce russe di “linee rosse” si rivelavano ancora una volta vuote. Un simile scenario potrebbe presto ripetersi con il Taurus.


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