I missili Neptune e Flamingo assaltano i cieli russi dopo aver raggiunto una produzione record

Nov 28, 2025
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Oggi arrivano aggiornamenti importanti dall’Ucraina.

Qui, nel mezzo della crescente incertezza sul supporto militare occidentale al Paese, la base industriale della difesa ucraina sta producendo più missili che mai per sostenere un’operazione nel profondo del territorio russo. Di conseguenza, decine di missili Neptune e Flamingo stanno ora solcando i cieli sopra la Russia, distruggendo obiettivi di alto valore di ogni tipo e ostacolando gli sforzi nemici.

Le forze ucraine hanno condotto una delle loro operazioni più complesse tecnologicamente finora, combinando missili Neptune con uno sciame di circa cinquanta droni FP-2 per colpire l’aeroporto di Taganrog. Lo strike ha preso di mira l’A-60 russo, un laboratorio volante estremamente raro utilizzato per testare sistemi d’arma laser, e l’A-100, prototipo del prossimo Awacs di nuova generazione della Russia.

Le immagini satellitari diffuse in seguito hanno mostrato entrambi gli aerei distrutti, insieme a danni all’hangar di assemblaggio finale e a un capannone utilizzato per la modernizzazione dei bombardieri Tu-95MS, che lanciano missili da crociera Kinzhal contro le città ucraine quasi ogni notte.

Si nota un aumento nell’uso dei missili Neptune da parte dell’Ucraina in tutta la Russia, con uno dei casi più significativi rappresentato dall’attacco multi-asse a Novorossiysk, dove missili Long Neptune aggiornati e droni hanno danneggiato sette lanciatori S-400 a protezione del porto. I dati delle società satellitari hanno registrato numerosi incendi ai terminal merci e petroliferi, così come al sito di difesa aerea a lungo raggio che sovrasta il porto. Gli analisti che hanno esaminato le immagini pre-raid hanno contato almeno sette lanciatori S-400 nella zona dell’esplosione. Le immagini post-raid hanno mostrato detonazioni di carburante e esplosioni coerenti con l’innesco secondario delle testate. Questo strike è seguito a un altro attacco Neptune lanciato da un telaio Tatra modificato sul terminal petrolifero locale, fermando temporaneamente 2,2 milioni di barili di esportazioni giornaliere di greggio e causando una perdita stimata di 70 milioni di dollari al giorno.

L’Ucraina ha esteso la campagna Neptune ancora più a fondo in Russia, mentre i missili Long Neptune hanno colpito la centrale termoelettrica di Oryol e la sottostazione di Novobryansk, interrompendo le reti che supportano le fabbriche di difesa russe. Un altro attacco ha preso di mira lo stabilimento Progress a Cheboksary, sito chiave per la produzione di elettronica di navigazione per missili balistici, droni e bombe guidate, causando un grande incendio e costringendo alla sospensione della produzione.

Queste operazioni riflettono i principali aggiornamenti introdotti alla famiglia di missili Neptune dell’Ucraina, con la variante Long Neptune che ha raggiunto un raggio operativo fino a 1.000 chilometri, quasi quattro volte il modello originale grazie a un fusoliera allungata con maggiore capacità di carburante. La testata è cresciuta a 350 chilogrammi, permettendo la distruzione di strutture fortificate come terminal petroliferi, siti di difesa aerea e hangar per aerei. Il missile supporta ora il volo a seguire il terreno e un possibile homing terminale a infrarossi, consentendogli di volare estremamente basso ed eludere i radar, come dimostrato da diversi strike recenti di successo.

Parallelamente all’evoluzione del Neptune, l’Ucraina intensifica l’uso del missile Flamingo, il missile da crociera sviluppato internamente con una portata senza precedenti di 3.000 chilometri.

Spinto da un motore turbofan, vola fino a 950 chilometri orari con una potente testata penetrante da 1.150 chilogrammi, capace di attraversare fino a dieci metri di cemento armato. Il sistema di guida combina navigazione inerziale, mappatura del terreno e aggiornamenti GPS, raggiungendo una precisione di impatto di circa 14-50 metri, estremamente efficace per obiettivi strategici energetici, di difesa aerea e comandi, al costo di circa 500.000 dollari per missile.

Il Flamingo ha giocato un ruolo confermato nella recente operazione a Novorossiysk, contribuendo a danni rilevanti, poiché ne basta uno solo per distruggere l’obiettivo grazie alla potente testata, due volte e mezzo più potente dello Storm Shadow. Deploy precedenti del Flamingo avevano colpito il nodo energetico di Oryol e diversi siti militari in Crimea, Berdyansk e Yevpatoria, ancora una volta insieme a missili Neptune e droni.

Considerando i livelli attuali di produzione ucraina, la situazione russa è destinata a peggiorare ulteriormente. L’Ucraina produce ora 40-50 missili Neptune al mese, mentre la produzione del Flamingo si attesta a circa 90 unità mensili, con piani di ulteriore incremento, poiché alcuni componenti, come il carburante dei missili, sono prodotti all’estero e non vulnerabili agli attacchi russi.

Tali volumi possono sopraffare le difese aeree russe, paralizzare la logistica e le reti energetiche, e imporre miliardi di perdite economiche, distogliendo le risorse di Mosca dal fronte.

Complessivamente, lo sviluppo da parte dell’Ucraina di capacità di strike a lungo raggio indipendenti dall’approvazione occidentale è strategicamente trasformativo. La combinazione di missili Neptune e Flamingo prodotti in massa garantisce che la retrovia strategica, le infrastrutture energetiche e le strutture militari-industriali della Russia non siano più sicure. Con l’espansione della produzione e il miglioramento delle capacità, la capacità dell’Ucraina di influenzare la guerra nel profondo del territorio russo aumenterà, imponendo una pressione incessante sulla macchina bellica russa senza lasciare quasi nessun luogo dove nascondersi.

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