All’interno delle missioni segrete dei piloti di Yak-52 che fermano gli Shahed russi

Nov 28, 2025
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Oggi arrivano aggiornamenti significativi dai cieli dell’Ucraina.

Dal metà del 2024, l’Ucraina ha fatto ricorso a un’arma improbabile contro la pioggia notturna di droni kamikaze russi: il modesto Yak-52 sovietico. I piloti di questi velivoli leggeri e agili hanno iniziato a neutralizzare droni, trasformando un relitto degli anni ’50 in uno scudo disperato ma efficace sulle città, dove ogni drone abbattuto può significare decine di vite salvate.

L’Aeronautica Ucraina ha ora formalmente incorporato lo Yak-52 nelle missioni di difesa aerea di prima linea contro le ondate notturne di droni Shahed russi, munizioni vaganti e droni da ricognizione. Inizialmente pionieristica da parte di piloti volontari individuali nel sud, in particolare nelle oblast di Kherson e Mykolaiv, la pratica ha rapidamente ottenuto l’approvazione ufficiale e si è diffusa alle unità regolari dell’Aeronautica e dell’Aviazione dell’Esercito.

Entro novembre 2025, gli Yak-52 operavano da piste improvvisate in tutto il paese, con intercettazioni documentate che si estendevano dalla costa del Mar Nero fino a Chernihiv a nord, trasformando un velivolo di addestramento di mezzo secolo fa in un componente di routine della rete di difesa aerea multilivello dell’Ucraina.

Gli Yak-52 decollano di notte con allerta di 10-15 minuti quando sensori acustici o radar mobili rilevano Shahed in arrivo a bassa quota. Volando a 80-140 km/h, il pilota mantiene il velivolo lento e basso mentre l’osservatore sul sedile posteriore usa un faro o visori notturni per acquisire visivamente il drone. I metodi di ingaggio variano: la maggior parte delle squadre spara con fucili calibro 7,62 o fucili a pompa calibro 12 caricati con pallini pesanti o flechette. Altri deliberatamente speronano UAV da ricognizione più lenti con l’elica o la punta dell’ala. Dopo aver abbattuto il bersaglio, lo Yak si tuffa immediatamente per evitare detriti e la detonazione della testata da 40-50 kg del drone.

Lo Yakovlev Yak-52 è un monoplano biposto alimentato da un motore da 360 cavalli, che gli conferisce una velocità massima di 285 km/h. La velocità di crociera è di 190-220 km/h, ma lo Yak-52 può anche stazionare a soli 90-100 km/h con i flap abbassati senza stallo.

L’eccellente maneggevolezza a bassa velocità e la breve corsa di decollo di 180-250 metri su erba permettono operazioni da piccoli campi o radure forestali a pochi minuti dalla linea del fronte. La configurazione tandem a cabina aperta offre al tiratore posteriore un campo di tiro libero a 360° e perfetta visibilità per individuare luci di navigazione dei droni deboli contro il cielo.

Il peso a vuoto è di soli 1.035 kg e il consumo ridotto di carburante di soli 70-90 litri all’ora permette pattuglie di 3-4 ore con i serbatoi interni. Queste caratteristiche di estrema manovrabilità a velocità da droni, impronta logistica minima e l’occhio umano abbinato a un fucile rendono lo Yak-52 particolarmente adatto agli ingaggi a bassa quota o a breve distanza che missili e jet moderni non possono eseguire in modo economico o sicuro.

Entro novembre 2025, gli equipaggi ucraini di Yak-52 hanno confermato pubblicamente almeno 18-20 abbattimenti di Shahed e droni da ricognizione, con conteggi ufficiosi dalle unità di prima linea che suggeriscono oltre 40 da quando sono iniziate le operazioni. Ogni intercettazione riuscita costa all’Ucraina circa 300-600 dollari in carburante e munizioni contro i 20.000-2.000.000 di dollari per missile normalmente spesi.

La tattica si dimostra altamente efficace nei settori meridionali e costieri dove i droni volano basso e seguono rotte prevedibili, raggiungendo spesso tassi di abbattimento del 70-90% nelle notti in cui gli Yak sono in volo. La scalabilità resta limitata, con poche decine di Yak-52 operativi in Ucraina; l’acquisizione visiva notturna dipende dalle condizioni meteorologiche e le perdite evidenziano il rischio umano. Resta comunque un rimedio a basso costo, ma non può sostituire i SAM a medio raggio contro attacchi massicci ad alta quota.

Complessivamente, la trasformazione dello Yak-52 da addestratore obsoleto ad abbattitore di droni attivo mostra la padronanza ucraina della guerra asimmetrica estrema, trasformando un relitto a pistoni da 30.000 dollari in un moltiplicatore di forza che nega alla Russia il vantaggio di costo che cerca con i cheap Shahed. Questo strato di intercettazione low-tech ha già salvato centinaia di milioni di dollari in missili scarsi e, soprattutto, protetto innumerevoli vite civili in regioni altrimenti indifese contro minacce basse e lente. Dimostra una realtà semplice del campo di battaglia: quando una parte manca di tecnologia avanzata, l’improvvisazione può trasformare piattaforme obsolete in asset offensivi funzionali. In una guerra ormai guidata dai droni, da continue ricognizioni e logoramento, lo Yak-52 è emerso come ulteriore esempio di come i sistemi high-end possano essere sfidati da un avversario disposto a convertire ogni velivolo disponibile in strumento di combattimento.

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