I Carri Leopard Ucraini DEVASTANO I Gruppi D’Assalto Russi A Bruciapelo!

Sep 2, 2025
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La notizia più importante di oggi arriva dalla direzione di Pokrovsk.

Qui, dopo settimane di combattimenti a bassa intensità, i soldati russi hanno tentato di entrare in città sotto mentite spoglie, sperando di destabilizzare le linee ucraine dall’interno. Ma l’operazione si è ritorta contro di loro e ciò che ne è seguito è stata una risposta coordinata da parte ucraina, culminata in una delle dimostrazioni più chiare finora della capacità di Kyiv di smantellare queste tattiche in tempo reale.

Le forze russe hanno cercato di infiltrarsi a Pokrovsk utilizzando una tattica ormai sempre più diffusa lungo il fronte: piccoli gruppi di sabotatori che entrano nelle aree urbane travestiti da civili. In questo caso, diverse unità russe hanno abbandonato le uniformi e hanno tentato di confondersi con la popolazione locale. Alcuni sono stati intercettati durante una perquisizione durata nove giorni, altri invece sono riusciti a passare e successivamente a riorganizzarsi in cellule armate all’interno di edifici residenziali.

Questi sopravvissuti a volte sono riusciti a organizzare una resistenza accanita in settori specifici, costringendo l’Ucraina a trattare le infiltrazioni non solo come minacce, ma anche come opportunità per localizzare le aree di concentramento nemiche e prevenire un’escalation con la forza diretta.

L’esempio più chiaro si è avuto quando le forze ucraine hanno dispiegato carri armati Leopard 2A4 in punti chiave della città. Questi mezzi sono stati utilizzati in operazioni coordinate per stanare unità russe di sabotaggio asserragliate all’interno di edifici multipiano.

Le immagini non mostrano una normale pattuglia o una manovra di deterrenza, ma una missione di fuoco diretto contro un palazzo residenziale di nove piani occupato da un gruppo di sabotatori russi. Il Leopard ha deliberatamente colpito i piani inferiori per far crollare l’ingresso e neutralizzare il gruppo all’interno. Nella maggior parte delle situazioni sul fronte, usare un carro armato all’interno di una città sarebbe considerato rischioso, ma in questo caso ha svolto una funzione molto specifica.

Le unità russe operano senza armi pesanti né giubbotti protettivi e, per passare per civili, spesso non portano alcuna attrezzatura visibile, con armi e radio che vengono loro lanciate successivamente dai droni. Il fatto di avere soltanto armi leggere li rende estremamente vulnerabili una volta individuati, permettendo ai carri armati ucraini di operare a distanza ravvicinata con rischi minimi.

La corazza del carro è più che sufficiente a resistere a colpi di armi leggere o lanciagranate, mentre la sua potenza di fuoco assicura che la minaccia venga eliminata rapidamente prima che si diffonda. Le unità ucraine da combattimento a Pokrovsk utilizzano ora i Leopard come opzione precisa e a basso rischio contro gruppi di infiltrazione più numerosi che riescono a riorganizzarsi e trincerarsi. In questi casi, il carro non viene impiegato per operazioni di sfondamento, ma per una pulizia urbana mirata, soprattutto quando la rapidità conta più della riduzione dei danni materiali.

Tuttavia, circa il 90% degli infiltrati viene eliminato prima ancora di arrivare a quel punto. Anche i residenti locali contribuiscono a smascherarli: un filmato mostra due cittadini che guidano un drone FPV ucraino verso una casa nella quale si era rifugiato un soldato russo isolato. Il drone è stato poi utilizzato per eliminarlo prima che potesse ricongiungersi agli altri. Questo tipo di micro-coordinamento tra civili e operatori è ormai comune nelle città vicine al fronte. I soldati russi non possono sempre nascondersi a vista, ci sono troppi residenti disposti a indicarli, e la rete di droni ucraina è ormai abbastanza fitta da agire immediatamente su queste informazioni.

L’Ucraina adotta anche un approccio più proattivo colpendo le truppe russe prima ancora che possano iniziare le infiltrazioni. Solo nell’ultima settimana, una serie di attacchi aerei di precisione ha colpito aree di concentramento in tutta la regione di Donetsk occidentale.

Vicino a Kotlyne, un Su-27 ha utilizzato una bomba per distruggere un intero gruppo di soldati russi e munizioni nascosti in un pozzo minerario.

Altri due attacchi, questa volta con GBU-62 JDAM-ER, hanno colpito concentramenti di truppe d’assalto vicino a Pishchane, mentre dei MiG-29 hanno preso di mira edifici a Novotroitske dove si stavano assemblando squadre di infiltrazione. In diversi casi, solo una delle bombe sganciata ha colpito il bersaglio designato a causa delle interferenze elettroniche russe, ma anche un successo parziale è bastato a interrompere i preparativi russi.

Questi attacchi dimostrano che l’Ucraina non aspetta l’arrivo dei sabotatori nelle città; li individua già nella fase di preparazione e li elimina in anticipo utilizzando munizioni di precisione fornite dall’Occidente.

Nel complesso, Pokrovsk sta diventando un banco di prova per la dottrina in evoluzione dell’Ucraina contro la guerra d’infiltrazione. Piuttosto che reagire passivamente, Kyiv utilizza informazioni locali, droni, carri armati e potenza aerea per neutralizzare le minacce in ogni fase, dalla preparazione all’ingresso fino al radicamento. E più la Russia fa affidamento su queste tattiche, più finisce per esporsi a tutti e tre i livelli di risposta.

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