Oggi, la notizia più importante proviene dal Mar Baltico.
Qui, la flotta ombra della Russia sta subendo una pressione crescente nel Baltico, mentre aumentano le intercettazioni e gli stati europei agiscono in modo più deciso contro le navi sanzionate. Tuttavia, ora la Russia risponde imbarcando mercenari del gruppo Wagner su queste navi, portando una delle sue forze più violente direttamente in acque monitorate dalla NATO.

L’Unione Europea ha appena rilasciato un nuovo pacchetto di sanzioni che colpisce altri quarantuno vascelli della flotta ombra, portando il totale a oltre seicento navi ora escluse dai porti collegati all’Europa, dall’assicurazione e dai servizi. Queste navi stanno perdendo accesso a porti, manutenzione e certificazioni tecniche, costringendo Mosca a ricorrere a rotte improvvisate che passano attraverso corridoi sempre più stretti. Oltre al petrolio, questi vascelli trasportano anche carichi sensibili legati allo sforzo bellico russo, il che rende ogni intercettazione molto più significativa di una semplice perdita finanziaria e, con l’inasprimento dei controlli, il rischio passa da violazioni burocratiche a sequestri diretti.

Questo cambiamento è diventato evidente quando le autorità svedesi hanno trattenuto la nave cargo russa Adler dopo il suo ingresso in acque svedesi con problemi documentali irrisolti. Il proprietario della nave è sanzionato per il trasporto di materiali legati alla produzione di armi in Russia e, quando l’Adler ha avuto problemi al motore in acque svedesi, l’equipaggio non è riuscito a fornire documentazione valida. Le autorità svedesi sono salite subito a bordo, poiché la detenzione è avvenuta nel contesto di crescenti segnalazioni secondo cui la Russia ha iniziato a imbarcare mercenari Wagner sulle navi della flotta ombra, alzando la posta in gioco per qualsiasi operazione di ispezione o imbarco e segnalando che gli stati europei non sono più intimiditi dalla possibilità di incontrare russi armati su queste navi. Se sono saliti a bordo sapendo che Wagner poteva essere presente, dimostra fiducia; se lo hanno fatto sapendo che Wagner non era presente, dimostra un livello di penetrazione di intelligence che Mosca non può ignorare.

È in questo contesto che Wagner è tornato in mare, con la Russia che imbarca veterani di combattimento con un record di violenza estrema sulle navi mercantili per mantenere l’autorità a bordo e scoraggiare le ispezioni straniere. Secondo i piloti marittimi danesi, una volta a bordo, il personale Wagner limita spesso l’accesso al ponte, interferisce con le comunicazioni tra capitani e autorità portuali e spinge per rotte che evitino aree soggette a ispezioni frequenti.

I combattenti Wagner erano noti a Bakhmut per aver ucciso disertori con martelli e per altre crudeltà verso ucraini e loro stessi, e ora sono impiegati sulle navi dove anche piccoli conflitti possono degenerare rapidamente; per Mosca, Wagner funziona come uno strumento di ultima linea per il controllo. Il loro ruolo è assicurare che le navi continuino a muoversi anche quando i rischi legali e operativi diventano inaccettabili secondo gli standard commerciali normali.

Gli equipaggi vessati, picchiati o minacciati dai mercenari possono persino segnalare silenziosamente aiuto alle navi NATO vicine, o tentare di sabotare le apparecchiature per forzare una sosta d’emergenza in acque occidentali, come potrebbe essere avvenuto per l’equipaggio dell’Adler prima di raggiungere un porto russo, dove i mercenari Wagner sarebbero saliti a bordo. Inoltre, i proprietari di navi in leasing possono opporsi alla presenza di soldati russi armati, la cui presenza aumenta enormemente la responsabilità legale e il rischio operativo. Un singolo incidente violento tra Wagner e l’equipaggio potrebbe portare le forze navali NATO a un contatto diretto con mercenari russi e operatori della flotta ombra nel mezzo di rotte commerciali trafficate.

Il caso dell’Adler è significativo perché evidenzia come la flotta ombra sia utilizzata non solo per il petrolio, ma anche per il trasporto di armi e carichi legati al settore militare. I funzionari occidentali valutano che una parte sostanziale dei componenti di munizioni importate dalla Russia, dei precursori di esplosivi e delle attrezzature industriali sanzionate arrivi ora via mare, proprio perché le rotte terrestri e aeree sono più esposte alle intercettazioni. Se navi come l’Adler vengono sempre più spesso trattenute o disturbate, la Russia non perde solo entrate, ma rischia colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento che alimentano la produzione delle armi.

Nel complesso, l’espansione delle sanzioni europee e la detenzione dell’Adler da parte della Svezia hanno spinto la Russia a militarizzare la sua flotta mercantile, creando un ambiente instabile nel Baltico. Il ritorno di Wagner in queste acque aumenta il rischio di conflitto in mare, ammutinamenti a bordo e confronti con le forze NATO. Questa traiettoria incrementa il rischio di scontro nel Baltico, dove navi civili, mercenari armati e forze NATO operano ora in prossimità, lasciando alla Russia uno spazio limitato per de-escalation.


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