Oggi arrivano aggiornamenti interessanti dal Mar Baltico.
Qui, essendo uno dei paesi più bersagliati della zona dagli atti di sabotaggio russi, la Svezia ha deciso di agire con decisione. In quanto uno dei membri più recenti della NATO e avendo la costa baltica più lunga, la Svezia ha avviato un piano per rafforzare il controllo sulle operazioni della flotta ombra russa, con l’obiettivo di eliminare ogni possibilità di nuovi attacchi ibridi contro la propria infrastruttura.

Recentemente, l’attività marittima russa nel Mar Baltico è diventata sempre più aggressiva e sospetta, con una serie di incidenti che fanno pensare a un chiaro schema di sabotaggi russi contro infrastrutture sottomarine. Le operazioni di sabotaggio sono iniziate nel dicembre 2024, quando una petroliera della flotta ombra, operante sotto una proprietà poco chiara, ha danneggiato cavi sottomarini per dati e comunicazioni al largo della Finlandia, probabilmente trascinando un’ancora allentata.
Solo un mese dopo, una nave legata alla Russia ha danneggiato un cavo sottomarino critico tra Lettonia e Svezia, dando il via a un’indagine per sabotaggio su larga scala. Lo schema è proseguito a fine maggio, quando la petroliera della flotta ombra Sun è stata rilevata pericolosamente vicina a un cavo energetico chiave tra Polonia e Svezia, ed è stata costretta a ritirarsi dopo l’intervento della marina polacca.

Ulteriori provocazioni russe vicino alle acque estoni e i rapporti sulle forze polacche che respingono navi russe operanti vicino ai cavi svedesi sottolineano la minaccia crescente.

In risposta alle recenti provocazioni, la Svezia si unisce agli sforzi regionali della NATO rafforzando le ispezioni sulle petroliere della flotta ombra russa. A partire dal 1° luglio, la Guardia Costiera svedese richiederà documentazione assicurativa a tutte le navi che transitano nelle sue acque territoriali o nella zona economica esclusiva, non solo a quelle che attraccano nei porti. Ciò dà attuazione alla direttiva UE dell’aprile 2025 e riflette la determinazione svedese nel contrastare i rischi rappresentati dalla flotta ombra russa. Il primo ministro Ulf Kristersson ha dichiarato che l’aumento degli incidenti nel Baltico richiede preparazione, mentre il ministro della Giustizia Gunnar Strömmer ha sottolineato la necessità di intensificare i controlli, definendo la flotta ombra una minaccia alla sicurezza marittima.

La Svezia ha già pattugliato le rotte marittime e monitorato queste petroliere, ma le nuove norme ampliano notevolmente i poteri di applicazione. Il messaggio è chiaro: la Svezia non intende più tollerare attività russe clandestine nel Baltico. Questa mossa arriva anche in un contesto di retorica russa più aggressiva. Mosca ha dichiarato di essere pronta a usare “tutti i mezzi” per rispondere alle ispezioni e ha iniziato a scortare le petroliere della flotta ombra con unità navali. A seguito delle recenti violazioni dello spazio aereo su Finlandia ed Estonia e delle dichiarazioni conflittuali dell’ambasciatore russo all’ONU, che ha paragonato le ispezioni alla pirateria, gli stati NATO si preparano a una possibile escalation.

Se la Russia decidesse di tentare nuovamente di respingere una nave NATO che ispeziona una petroliera della flotta ombra, la Svezia ha quasi 100 jet da combattimento Gripen in prontezza operativa. Questi aerei sono dotati di radar avanzati, sistemi di guerra elettronica e lunga autonomia, rendendoli una risorsa formidabile per controllare lo spazio aereo del Baltico e intercettare velivoli russi.


Inoltre, la Marina svedese è costruita e ottimizzata per le acque ristrette e poco profonde del Mar Baltico e comprende numerose navi pattuglia, corvette e sottomarini. Anche prima dell’ingresso nella NATO, le forze armate svedesi non esitavano ad agire contro la Russia in caso di violazione del proprio spazio territoriale o aereo, rendendole ben preparate per qualsiasi scenario.


La flotta ombra russa rimane un elemento cruciale nella strategia di elusione delle sanzioni di Mosca. Composta da vecchie petroliere operanti sotto bandiere false e proprietà opaca, la flotta trasporta greggio Urals russo in tutto il mondo, evitando il controllo occidentale. Oltre il 50% di questa flotta transita nel Mar Baltico, utilizzando i porti russi più sviluppati e con maggiore capacità, come Primorsk e Ust-Luga, prima di dirigersi verso clienti principalmente in Asia.

Il Baltico è ideale per queste operazioni grazie ai suoi corridoi marittimi difficili da sorvegliare e alla complessità giuridica che rende difficile l'applicazione delle normative. Questo stesso fattore consente operazioni russe coperte, come la posa di dispositivi di sorveglianza o il danneggiamento di infrastrutture sottomarine sotto la copertura del trasporto commerciale. L’enorme volume di traffico rappresenta un rischio sia per la sicurezza che per l’ambiente, per la Svezia e i paesi vicini.

Nel complesso, la decisione della Svezia di adottare una linea più dura rappresenta un cambiamento fondamentale nella sicurezza regionale. In quanto uno dei membri più recenti e strategicamente posizionati della NATO, la partecipazione della Svezia rafforza notevolmente la capacità dell’Alleanza di sorvegliare il Mar Baltico. Applicando le nuove regole di ispezione, la Svezia si unisce a uno sforzo coordinato già sostenuto da Polonia, Estonia e Finlandia per limitare la libertà operativa della Russia nella regione.

Sebbene ciò possa non fermare del tutto le operazioni della flotta ombra, il coinvolgimento svedese costringerà la Russia a ridurre le provocazioni e renderà più difficile ogni ulteriore tentativo di sabotaggio delle infrastrutture sottomarine.

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